Descrizione su etichetta: Questione riguardante Fabio Besta e l’Alpe di Pescia.
Regesto: Gregorio Pianta e Michele Bombardieri di Tirano, insieme al loro avvocato Claudio Venosta, compaiono davanti a Ulderico Buol, vicario di tutta la Valtellina, per difendersi dall'accusa di aver tagliato legname entro i confini dell'alpeggio del monte Pescia.
Descrizione su etichetta: Fabio Besta si scusa per la sua non comparsa alla citazione.
Regesto: Fabio Besta chiede che il tribunale di Poschiavo accetti le sue scuse per non avere potuto rendere personalmente testimonianza nella causa relativa ai disordini occorsi (taglio di legname?) sul monte Pescia.
Descrizione su etichetta: Esposizione Besta davanti alla Dieta, contro Poschiavo per la Montagna di Pescia.
Regesto: Fabio Besta riassume per la dieta delle Tre Leghe i fatti occorsi in merito alle liti e processi per l'alpeggio del monte Pescia contro il comune di Poschiavo.
Descrizione su etichetta: Antonio e Pietro Torre hanno fatto vendita delle due pezze di prato contenute nel presente obbligo.
Regesto: I fratelli Antonio e Pietro fu Carlo Della Torre di Brusio vendono a Teodosio Misano di Tirano due appezzamenti di terra siti a Brusio, in località Zalende, e altrettanti a Brusio, in località sopra la casa del Castello, a soluzione di un debito.
Descrizione su etichetta: Il Delegato Giovan Toedosio Mijsani di Samadeno et abitante in Tirano riceverà in pagamento 250 Lire imperiali.
Regesto: Antonio Zala, altro Antonio Zala nipote del suddetto, di Brusio, Pietro Zala, a suo nome e per conto di sua moglie, Pietro Menigatto, Antonio Tonta e Stefano de Piazo, quest'ultimi due agenti a loro nome e per conto delle rispettive mogli, Domenico Rasigetto, a suo nome e per conto delle sue sorelle, nonchè Maria fu Giovanni Zala de Forba, a suo nome e per conto dei suoi fratelli, promettono a Giovanni Teodosio Misani di Samedan, abitante a Tirano, agente a suo nome e per conto di sua sorella Orsola, di pagare il debito di 250 lire impieriali entro la festa di S. Martino dell'anno 1734 (cc. 1r-v).
Regesto: Giovanni Teodosio Misani di Samedan, abitante a Tirano, agente a suo nome e per conto di sua sorella Orsola, dichiara di aver ricevuto completa soluzione del debito di 250 lire impieriali da Antonio Zala, altro Antonio Zala nipote del suddetto, di Brusio, Pietro Zala, agente a suo nome e per conto di sua moglie, Pietro Menigatto, Antonio Tonta e Stefano de Piazo, quest'ultimi due agenti a loro nome e per conto delle rispettive mogli, Domenico Rasigetto, agente a suo nome e per conto delle sue sorelle, nonchè Maria fu Giovanni Zala de Forba, agente a suo nome e per conto dei suoi fratelli (c. 1v).
Descrizione su etichetta: Il notaio Antonio Baratta firma il contratto di vendita di un prato sopra la Veneranda Chiesa di San Gottardo al Meschino.
Regesto: Giovanni fu Giovanni Comino e suo nipote Pietro di Pietro Comino, a loro nome e per conto del suddetto Pietro rispettivamente fratello e padre, vendono a Michele fu Nicolò Marlianico di Sondrio, abitante a Brusio, un appezzamento di terra sito a Brusio, sopra la chiesa di S. Gottardo al Meschino, al prezzo di 225 lire imperiali.
Descrizione su etichetta: Il notaio Valentino figlio separato di Clemente Merizzi di Tirano nota l’obbligo che Jacobi Zala di Brusio deve ad Antonio Johannes Theodosio de Mijsanij di Tirano.
Regesto: Giovanni fu Giacomo Zala detto Lanzino di Brusio promette a Teodosio fu Gaudenzio Misano abitante di Tirano di pagare il debito di 100 lire imperiali entro i successivi tre anni.